Oggi il lagotto viene allevato prioritariamente per la ricerca del tartufo , l’olfatto molto sviluppato lo rende eccellente per questa attività.

E’ anche un ottimo nuotatore e non mostra esitazione in qualunque contesto acquatico avendo un mantello molto impermeabile che gli permette di lavorare a lungo in acque a bassissime temperature.

Vanta una elevata predisposizione all’addestramento base per la ricerca del tartufo; questa caratteristica è molto apprezzata dai tartufai neofiti che iniziano questa avventura con un compagno sveglio, volenteroso e soprattutto obbediente.

Per il neofita, al momento della scelta dell’esemplare è importante concentrarsi sulla reattività dell’animale , qualità che gli consentirà di apprendere gli esercizi base velocemente in modo da incentivare la volontà a proseguire l’addestramento sia nella ricerca simulata che in tartufaia naturale.

Cani troppo vivaci e con istinto venatorio rendono più difficile la formazione e soprattutto hanno una meno naturale predisposizione all’azione di scavare.

Il cucciolo infatti presenta, fin da piccolissimo, interesse nel raspare il terreno attratto dagli odori che questo emana, è in questa fase della crescita che il nostro allevamento lo addestra verso un unico inebriante profumo, quello del tartufo.

Morfologia

Manto fitto e dimensioni contenute

Il suo ricciolo stretto in una morsa dal pelo e dal sottopelo lo rende resistente alla vegetazione fitta e la sua dimensione contenuta ne facilita la penetrazione.

Il fitto manto infatti lo protegge dalle punture , ma è fondamentale anche nei periodi invernali ed in presenza di neve quando il freddo penalizza i cani a pelo corto.

Il fitto sottopelo poi lo rende impermeabile all’acqua aumentandone le prestazioni anche lungo i corsi d’acqua o dentro i canaloni, che attraversa senza indugio anche in presenza di ghiaccio.

La taglia medio/piccola lo rende versatile per coloro che pur vivendo in città non vogliono rinunciare all’occasione di avere un cane da tartufo.

Scarsa propensione alla caccia

La selezione fatta fino ad oggi ha portato questa razza al quasi totale disinteresse verso gli altri animali, rimanendo focalizzata esclusivamente alla ricerca del tartufo, con una conseguente facilità alla conduzione anche per chi è alla prima esperienza .

Ricerca meticolosa

Caratteristica apprezzatissima sia da neofiti ma soprattutto da esperti tartufai è l’intensità con la quale il lagotto romagnolo ricerca il tartufo.

Si muove con una cerca scrupolosa e molto concentrata, e come detto in precedenza, non si distrae alla presenza di altri animali, rimanendo costantemente con il naso a terra alla ricerca di emanazioni del terreno.

Questa caratteristica risulta, oggi più che mai vincente, visto il gran numero di tartufai e di cani in circolazione in quelle tartufaie dove il percorso è obbligato all’interno di un canale o nei campi circostanti. Tartufaie molto battute dove chi fà la differenza è il cane concentrato, dalla cerca meticolosa in grado di scovare la più minima emanazione di odore, quella cioè del tartufo ancora non completamente maturo, che una ricerca poco approfondita non scoverebbe.

Spiccata propensione al riporto

Non tutte le sue doti del passato si sono affievolite come l’istinto di caccia, quella del riporto infatti è viva più che mai in questa razza ed è sicuramente una dote apprezzata da tutti i tartufai.

Anche se durante la ricerca in ambiente naturale non sfrutteremo il riporto questo è importantissimo nella fase di addestramento, il cucciolo difatti svilupperà possessività , continuità e passione nel cercare la fonte odorosa.

Da grande avrà “il dente morbido” non tenderà a stringere il tartufo effettuando il riporto dello stesso senza rovinarlo.

Questa dote è molto utile per prelevare il tartufo la dove il tartufaio non può arrivare, come ad esempio nei fitti roveti oppure in terreni scoscesi dove i bipedi non sono ammessi. Vogliamo in ogni caso ricordare che la legge stabilisce che il tartufaio dopo il ritrovamento del tartufo debba ricoprire il buco accuratamente, ricostruendolo con la terra tolta durante l’escavazione.